Il Decreto lavoro si occupa di Neet, anche per evitare di restituire al 31 dicembre 2023 circa 1,2 miliardi, dei complessivi 2,8 miliardi di budget stanziati nel 2014, di cui sono stati spesi, in quasi 10 anni, solo 1,6 miliardi. La ipotesi inserita nel decreto è di mettere a disposizione la quasi totalità della cifra residua per aiuti alle assunzioni. Tale previsione, stando ai dati delle domande delle imprese per territorio, comporta che il 70% del totale andrebbe alle regioni del Centronord, mentre il 50% dei Neet sono al Sud. Perché nonostante i numeri preoccupanti di giovani che non studiano, non seguono percorsi formativi nè lavorano, tra i 15 e i 29 anni, non si riescono a investire proficuamente le risorse disponibili? Cosa non ha funzionato? Il professore Del Conte, ordinario di diritto del lavoro alla Bocconi, segnala al Sole24Ore (15.07.23), che la causa principale del parziale insuccesso di Garanzia Giovani sta nella rigidità con la quale Anpal ha gestito il programma. Lo schema predisposto al suo esordio, nel 2014, è rimasto pressoché inalterato. I risultati dei monitoraggi periodici sono stati ignorati, mentre un loro uso efficiente avrebbe dovuto e potuto comportare una rimodulazione a favore delle azioni che hanno avuto buone performance. Gli studi hanno dimostrato che quel 32% di Neet entrati nel mercato del lavoro grazie agli incentivi di Garanzia Giovani hanno, per gran parte, partecipato ad azioni innovative mirate di formazione e accompagnamento al lavoro, mentre le azioni generaliste hanno fallito. Questo dimostra che azioni rivolte all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità, se ben strutturate, producono risultati e possono essere indirizzate verso le regioni del mezzogiorno, dove i numeri della disoccupazione e dell’inattivismo giovanili sono più alti. Come dimostra la best practice di Yes I Start Up, realizzata con l’apporto di Ente Nazionale Microcredito e Anpal, dedicata a formare ed accompagnare i giovani Neet verso l’accesso a misure di finanziamento pubblico per la creazione di nuove imprese, miscelando i fattori finanziari del programma Garanzia giovani e del PON SPAO, a partire dal Fondo Selfiemployment, la cui attuazione è assicurata da Invitalia. Yes I Start Up è stato, infatti, eletto, buona prassi comunitaria dal Comitato di sorveglianza del PON IOG 2019 ed è stato inserito da parte dell’Ocse nel catalogo internazionale dei progetti di riferimento per la creazione di impresa. L’arma vincente è stato pensare a un percorso di avvicinamento all’attività di impresa, in grado di risollevare da stanchezza e rassegnazione i giovani, affiancandoli con tutor specializzati, dalla fase di definizione dell’idea sino alla redazione del business plan e alla presentazione della richiesta di finanziamento. Il piano è stato strutturato su tre pilastri: 1) partenariato pubblico/privato; 2) piano formativo di 80 ore, con materiali dedicati e docenti specificamente formati; 3) piattaforma di gestione, con uso di un linguaggio vicino ai ragazzi e di strumenti social, per supportare i processi amministrativi e per garantire il coordinamento dell’azione di rete. La rete partenariale è stata aperta ai soggetti pubblici e privati,già esperti in attività formative e di accompagnamento dei giovani verso la creazione di impresa ed è stata creata con avviso pubblico nazionale rivolto ad enti di formazione, agenzie, professionisti, associazioni, camere di commercio, università, terzo settore. A tali soggetti è stato affiancato il supporto di uno staff centrale e di “agenti territoriali” presenti a livello regionale, con il compito di coadiuvare i partner di rete, con attività informative, di raccordo con i Centri per l’impiego e di supporto diretto ai Giovani Neet. La formazione è stata affidata a docenti indicati dai soggetti attuatori, tutti previamente formati in maniera mirata per garantire il mantenimento di uno standard omogeneo dell’attività formativa verso i Neet su tutto il territorio nazionale. La piattaforma, basata su sistema digitalizzato, è stata studiata per realizzare le attività in modalità Fad sincrona e i processi di lavoro in modalità smartworking. Il know how acquisito negli anni dall’Ente Nazionale Microcredito nella realizzazione di progetti di sostegno all’autoimprenditorialità e all’accesso al credito ha reso possibile la creazione di questa buona prassi. Quando è stato concepito il modello di lavoro Yes I Start Up la prima istanza era rispondere alla esigenza di rianimare quel 65% circa di giovani, parcheggiati in un’area di non futuro e consentire all’Italia di togliersi di dosso la maglia nera europea sui dati di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Al 31 dicembre 2020 il progetto nazionale risultava aver formato e accompagnato all’ingresso nel mercato del lavoro oltre 1700 Neet. Nel maggio 2021 il progetto, grazie ai risultati della prima edizione, è ripartito ed è stato esteso anche ai target Donne inattive e Disoccupati di lunga durata, con Yes I Start Up D&D, sempre a valere sul nuovo Fondo Selfiemployment. Al 31.12.2021, quindi in soli 7 mesi, nonostante gli strascichi della crisi Covid-19, con i nuovi lock down e le restrizioni, sono stati quasi 300 i Neet coinvolti con 231 percorsi conclusi e quasi 600 le donne inattive e i disoccupati di lunga durata, con circa 500 percorsi conclusi. Dai dati monitorati a gennaio 2022 circa il 50% dei destinatari della formazione, al termine del percorso, ha fatto richiesta di finanziamento, preferendo, nelle regioni del Sud, il Fondo resto al Sud rispetto al Selfiemployment, perché il primo solo garantisce una quota del finanziamento a fondo perduto. Il mutamento della platea di soggetti interessati, con il coinvolgimento di donne e disoccupati di lunga durata, risulta ancor più interessante, alla luce degli obiettivi trasversali del Pnrr, rivolti alla inclusione di donne e disoccupati oltre che dei giovani. Lo scenario si allarga dunque fino a diventare un orizzonte di possibili azioni rivolte al superamento delle differenze di genere, generazionali e territoriali nonché delle esclusioni dei soggetti fragili. Il modello Yes I Start Up D&D ha caratteristiche evidenti di replicabilità e può essere esteso, come misura di accompagnamento e di formazione preliminare, a tutte le iniziative che prevedono finanziamenti per l’autoimprenditorialità, sia nazionali che regionali. Purtroppo, nonostante l’interesse mostrato da molte regioni e l’iniziale attenzione del Ministero del Lavoro, che, nei documenti preparatori della programmazione comunitaria 2021/27, aveva considerato il modello Yes I Start Up idoneo per essere attuato in maniera strutturata come azione di sistema, la riforma delle Politiche attive del lavoro, prevista nel Pnrr, non ha considerato le azioni tendenti all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità al suo interno. Quindi, allo stato, la replicabilità del progetto va negoziata sia nei programmi nazionali che in quelli regionali. Ma, se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, il mancato raggiungimento dei target e degli obiettivi del Pnrr al 31.12.2022 e la conseguente necessità di rimodulare il piano, riapre alla possibilità che autoimpiego e autoimprenditorialtà ritrovino una dimensione organica nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 e che il Modello di formazione e accompagnamento al lavoro ideato, promosso e realizzato con il contributo dell’Enm ricominci a produrre risultati. La strada sembra agevolata anche dal nuovo corso impresso al settore delle politiche attive del lavoro, che da oggi è affidato alla neo costituita Agenzia Sviluppo Lavoro Italia, che ha sostituito Anpal Servizi e che è ritornata all’interno dell’organigramma ministeriale. Il riordino del sistema di gestione del collocamento, contenuto nel decreto legge n. 75/2023, punta a superare ritardi accumulati e criticità registrate negli anni: 1) avvicinando ministero e regioni, in una dimensione di coesione e partecipazione, necessaria all’ottenimento del giusto equilibrio tra specificità locali e unitarietà del sistema; 2) rivedendo le misure di attuazione del Programma Gol, non solo con la personalizzazione dei piani regionali, ma anche con l’indicazione prioritaria di investimento sul digitale e sulle lauree Stem (“Science, Technology, Engineering and Mathematics”), che riguardano i quattro ambiti disciplinari, accademici e lavorativi al momento trainanti per lo sviluppo economico; 3) promuovendo nuove forme di orientamento all’istruzione e alla formazione per famiglie e giovani; 4) riscrivendo le regole del sistema duale in un’ottica securitaria e garantista. In una visione evoluta delle Politiche attive del lavoro e con un approccio efficientista all’uso di programmazioni nazionali e sovranazionali e delle risorse finanziarie ad essi connesse, l’auspicio è che il sostegno all’accompagnamento e alla formazione all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità possa assumere un ruolo complementare e sinergico alle altre misure per l’occupazione e che il modello Yes I Start Up D&D possa entrare a far parte delle azioni di sistema a livello nazionale, così garantendo complementarietà tra i diversi livelli istituzionali ed evitando che a livello regionale si vadano a duplicare azioni di sistema già garantite a livello centrale.