Opinionista:

La questione Decontribuzione Sud viene buttata nel pastone della campagna elettorale per insediare paure e lucrare un effimero consenso. Come ha giustamente ricordato il ministro Fitto, la misura rientra tra i rimedi straordinari concessi dalla Commissione Ue per superare gli effetti sul lavoro della fase Covid. Dunque, una misura straordinaria, in quanto tale, per sua natura temporanea. Questa natura non può ritenersi mutata perché meritoriamente prima il governo Draghi, poi il governo Meloni sono riusciti ad ottenere una proroga semestrale. Guadagnarne una terza sarebbe auspicabile, ma non può diventare una pretesa perché noi italiani siamo abituati alla emergenza strutturale che trasforma risorse straordinarie una tantum in ordinarie. Non è attaccando Presidente del Consiglio e ministro della Coesione che si sostiene l’obiettivo. Competerebbe, piuttosto, a chi sta in Parlamento Europeo e si candida a ritornarci usare il ruolo che ha per spingere la Commissione Europea a garantire all’Italia, non al Governo, un’ulteriore proroga. Fare in Ue il gioco delle parti, usando lo schema oppositivo, non realizza l’interesse paese. Peraltro, se guardassimo alle appartenenze partitiche, forse sarebbe più titolato un rappresentante del Pse, che è parte della maggioranza che sostiene Ursula Von der Leyen, a chiedere al proprio rappresentante in Commissione di sostenere questa nobile causa, rispetto ai Conservatori che sono minoranza a Bruxelles. La realtà è che l’esistenza del termine di scadenza della misura era nota e la necessità di negoziare la sua proroga altrettanto. Quindi non vi è nessun fatto nuovo sul quale lanciare inutili strali. Gli importanti passi fatti dal Governo nella direzione del sostegno all’occupazione attraverso una riduzione del costo del lavoro sono indubitabili e sono la nostra garanzia per il futuro. Si sarebbe potuto probabilmente proporre qualcosa di più e di meglio. Ma lo si dica. Non si può semplicisticamente criticare. Prima azione realizzata dal Governo è la previsione del taglio del cuneo fiscale in finanziaria. Poi la istituzione della Zes Unica Sud, con la quale si cerca di rendere strutturale la decontribuzione al Sud. Da ultimo, con il Decreto Coesione, l’introduzione dei bonus per l’assunzione di giovani, donne e disoccupati di lunga durata nel Mezzogiorno. Il tema del costo del lavoro in Italia e della opportunità di lavorare sulla leva fiscale è stato trattato da tutti, affrontato da pochi. Direi che questi comportamenti inutilmente allarmistici andrebbero sanzionati con il voto. La logica della contrapposizione a fini speculativi appartiene alla cattiva politica. In Ue si sta per rappresentare l’Italia, con la sensibilità che appartiene a ciascuno, ma non con la bandiera di partito. La mancanza di spirito di squadra in quella sede è una delle prime cause degli scarsi successi italiani. Contiamo poco perché abbiamo la cattiva abitudine di portare le divisioni interne su quei tavoli.