Mediterraneo protagonista. Il ministro del Mare, Musumeci, ha ufficialmente riaperto il dibattito sulla centralità del nostro mare nella politica nazionale. Questo sposta l’asse strategico verso Sud. Un’occasione per il nostro Mezzogiorno. L’orizzonte deve però acquisire una dimensione europea perchè le parole acquistino concretezza. Il momento è favorevole. Il presidente del Consiglio potrebbe introdurre nel dossier di cooperazione con Orbán, presidente di turno dell’UE, l’accelerazione del processo di costruzione della Macroregione del Mediterraneo.
Il progetto, promosso dalla Commissione Intermediterranea della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime (CIM-CRPM) e sostenuto dalla Commissione UE, ha come obiettivo il rilancio della competitività europea nei Sud dell’Unione, puntando a valorizzare la risorsa mare e a gestire i rapporti tra le due sponde europea e africana per governare i flussi migratori. 15 anni fa a Bruxelles gettammo le basi per lanciarla. Ora è il momento per chiudere il percorso e aggiungere alle 4 macroregioni esistenti Adriatico Ionica, Alpina, del Danubio e del Baltico la quinta. Il Mediterraneo gioca un ruolo cruciale; unire le forze economiche, energetiche e infrastrutturali dei suoi paesi è un atto di profonda lungimiranza strategica per l’avvenire.
Si tratta di un investimento per rafforzare il metodo della gestione delle risorse su un’area vasta, con riduzione dei costi fissi, grazie a un modello di efficienza burocratica già sperimentato. Le macroregioni rappresentano infatti, un ambito favorevole alla partecipazione dei soggetti politici locali e degli attori non governativi, poiché tali regioni incoraggiano lo sviluppo di sistemi di coordinamento efficaci che facilitano gli approcci dal basso verso l’alto, al fine di garantire la significativa partecipazione della società civile al processo decisionale politico e la creazione di sinergie tra le iniziative esistenti al fine di ottimizzare le risorse e riunire gli attori coinvolti.
È indubitabile l’effetto positivo che un simile risultato potrebbe produrre anche quale corollario al Piano Mattei. Ed è scontato il miglioramento della spesa dei fondi di coesione o del PNRR iscrivendo investimenti e opere dentro un piano strategico di area vasta. E, infine, Napoli potrebbe essere la capitale della macroregione, grazie alla sua favorevole posizione. Da tempo oramai si è giunti alla consapevolezza che per dare una sferzata alla crescita in Italia è necessario investire al Sud. Pochi dicono, però, che gli investimenti per essere tali devono essere integrati in un piano strategico che vada oltre il tempo della spesa.