La Presidente del Consiglio osservata dal mondo intero
Giorgia Meloni osservata dal mondo intero. La Presidente del Consiglio italiano entra nello Studio ovale ricevuta dal Presidente degli Stati Uniti e dal suo staff per negoziare la pace civile e commerciale non in teatri di guerra terzi, ma tra Ue e Usa. La diplomazia delle relazioni internazionali ha visto impegnato in un simile ruolo di mediazione, prima di lei, solo il Presidente Alcide De Gasperi nel 1947, quando bisognava ricostruire i rapporti con l’altra sponda dell’Atlantico ripulendo il mondo dalle macerie della guerra.
Non è una visita qualunque perché non è un momento qualunque. È un delicatissimo compito. Gli Stati Uniti e Trump stesso non sono quelli dell’epoca Conte – che pure tornò dalla visita a Washington con l’impegno ad aumentare la spesa militare e ad acquistare 8 F35.
E Giorgia Meloni si è preparata con umiltà, confrontandosi ed ascoltando, ma non intenzionata a farsi condizionare da un dibattito domestico innaturalmente rabbioso. Non rompere l’occidente serve all’Italia e alla Ue. Al nostro Paese, la cui storia politica ed economica lo definisce chiaramente in chiave atlantista.
Ad esso non giova sicuramente alimentare lo scontro con gli Usa anche per il peso dei nostri scambi commerciali, ma non solo. Sul fronte Ue, mettere a fattore comune una relazione privilegiata, vuol dire essere lungimiranti. E, infatti, la Von der Leyen, dopo un’iniziale freddezza, ha deciso di valorizzare l’occasione dichiarando che l’incontro era stato preparato da e con l’Ue.
Da noi invece non c’è mai un momento per essere italiani. In vista dell’appuntamento la fragile e scomposta opposizione preannunciava l’inutilità della missione e il rischio che l’Italia venisse umiliata come già in precedenza.
Oggi, visti i risultati racconta che la Meloni si sarebbe piegata! Avete presente l’”harakiri”? È un rituale sacro giapponese nel quale si pratica il suicidio. In senso lato è un “grave danno che si reca a sé stessi per sconsideratezza o temerarietà”. Fare l’analisi (il-)logica del confronto, come fanno sinistra e 5Stelle, per avere qualcosa da dire contro è in effetti un suicidio. Spero che lo capiscano i più.
E che capiscano che la politica estera è altro dalle bagattelle quotidiane. Richiede lo standing che pochi hanno. La speranza è solo pregare, come invitava sempre il Santo Padre che ci ha lasciati due giorni fa, perché si realizzi il “disarmo del cuore” anche in questi combattenti “de noantri”. La guerra più pericolosa, che insinua malessere e inquina la vita sociale, è quella invisibile che si svolge spargendo semi di paura e giocando sui bisogni.
La pace non va sbandierata, ma vissuta recuperando animo sereno e onestà intellettuale. Sono in pochi a non vedere che la nostra Premier ha compiuto un’operazione strategica di alto profilo, anticipando l’arrivo del Vice Presidente degli Stati Uniti in Italia, per chiudere intese diplomatiche con Trump non rivedibili il giorno dopo. Andiamo avanti.